piattaforme originali: SNES, MS-DOS; anno di uscita: 1994 (Europa)
Erano i primi anni '90 e il Blue Bomber
di Capcom aveva già avuto ben sei uscite su NES, tutte di buona
qualità (alcune davvero eccellenti). Nella camera di molti ragazzi,
tra un disco grunge e l'altro, c'era un bel Super Nintendo fiammante:
serviva una nuova botta di vita, una svolta che portasse freschezza
alla serie Megaman, dandole un look più moderno.
Mmm.. sembra buono! (cit.)
Ecco, in parole povere, lo scenario
dietro il primo Megaman X, uscito sul finire del '93 in Giappone e
nel '94 negli altri e più sfigati mercati. Mood più serioso,
ambientazione ancor più futuristica e livelli più estesi erano le
nuove aggiunte che mamma Capcom metteva sul piatto. I giocatori
apprezzarono parecchio e io mi sono goduto pure la scarpetta.
L'operazione insomma funzionò a meraviglia, tanto che la serie
continuò con altri due episodi su Super Nintendo per poi proliferare
su console Sony.
The X Factor.
Il gioco conserva tutti gli elementi
che hanno fatto la fortuna delle sei uscite precedenti: controlli
semplici e immediati, capacità di usare i poteri dei boss nascosti,
giocabilità stellare e un livello di difficoltà che garantisce più
di una bestemmia (sebbene meno impegnativo dei primi Megaman su NES).
Le novità, oltre a quelle estetiche e di ambientazione, riguardavano
la possibilità di fare un breve scatto in avanti (il famoso dash),
la presenza di strade secondarie all'interno dei livelli e una
discreta presenza di segreti scovabili con i secondi (o terzi, o
quarti) playthrough. Un esempio su tutti: se affrontate il quadro
“ghiacciato” prima di quello a ambientato in un vulcano, nel
secondo la lava sarà congelata e quindi si apriranno vie prima
inaccessibili. Alcuni di questi luoghi nascosti, inoltre,
garantiscono l'accesso a potenziamenti non ottenibili in altro modo e
direi quasi imprescindibili per affrontare il difficilissimo boss
finale.
Hit me with your best shot.
Boss finale che è forse il solo vero
difetto del gioco: senza i potenziamenti di cui sopra, infatti, è
quasi impossibile sconfiggerlo (a meno di essere dei veri e propri
maghi del pad). Un piccolo grande problema di bilanciamento in un
gioco altrimenti duro ma mai ingiusto. Ispiratissimi gli altri boss
di fine livello, forse i migliori della prima trilogia X, con una
buona varietà sia estetica che di approccio alle relative sfide.
Conludono il quadro una colonna sonora in linea con l'altissimo
livello dei precedenti Megaman e una trama che.. beh, non ho mai
giocato a un Megaman per la trama, quindi per saperne al riguardo
rivolgetevi a qualcun altro.
Retrogustoso.
Insomma, questo Megaman X è un gioco
retro che ha ancora tanto da dire. Se vi lamentate dell'eccessiva
facilità dei giochi moderni ma non volete nemmeno scavare troppo in
fondo nel passato, dategli più di una possibilità. Scoprirete un
gioco ancora oggi estremamente godibile, divertente e appagante.
Insomma: da recuperare anche se non si è nostalgici.


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