venerdì 25 ottobre 2013

[Speciale] L'epifania di Dark Souls






Premessa: ho saltato Demon's Soul.
Dark Souls, lo si sa, è un bel gioco. Un fantastico gioco, anzi. Ma per chi, come me, ha qualche annetto sulle spalle di esperienza videoludica, rappresenta qualcosa di più. Dark Souls, per quelli come me, è una vera e propria epifania.
Perché Dark Souls è un'opera che ti parla, come quel santone che può sembrare all'apparenza scemo ma che ti dice una sacrosanta verità, che ti fa aprire gli occhi sul tuo mondo.


E la sacrosanta verità che Dark Souls rivela ai giocatori come me è questa: ti sei rammollito. Sì tu, giocatore che ti vanti della tua esperienza, di non essere un novellino ma un duro e forte giocatore “pro”, “hardcore” (e chi più ne ha più ne metta).. sei una mammoletta.Sei scarso. Ora che hai ventisei anni, sei decisamente incapace: il te stesso di dodici anni, videoludicamente, ti prenderebbe a calci nel didietro. E sonoramente, anche.
Tutti i tuoi comodi checkpoint ogni cinque minuti, la tua energia autorigenerante, i medkit sparsi in ogni dove.. qui non ti aiuteranno. E il tuo “Save&Load” da giocatore PC? Ahahah. Perderai, oh se perderai: preparati a vedere la scritta “You died” decine di volte. E bestemmierai. E probabilmente penserai che è un gioco inutilmente difficile e frustrante.
Spegni la console/il pc. Prenditi una pausa, e fermati a riflettere. E magari questa volta, quella Verità, la comprenderai davvero. E finalmente accetterai che anche tu, dopo anni di videogame, hai ceduto come tutti alle comodità di molti giochi moderni. In cui si fa quasi tutto in maniera guidata, metà del gioco è un tutorial e i boss di fine livello si sconfiggono semplicemente indovinando il QTE. In cui il poter arrivare ai titoli di coda è ormai un diritto inalienabile, che compete anche a quelle che chiameresti “pippe”. E comincerai a ricordare di quando, a dodici anni, esploravi ogni singolo angolo di gioco; di quando la sconfitta non faceva altro che intestardirti ancor di più e riprovare. Di quando, al Game Over, non accusavi i game designer ma comprendevi di aver sbagliato tu qualcosa.


E allora ti si aprirà la strada. Continuerai a perdere, ma capirai il perché. E comprendendo i tuoi errori, affinando le tue capacità, andrai avanti in Dark Souls. E continuerai a prendere legnate sui denti, ma non sentirai solo l'amaro del sangue, ma anche l'elettricità dell'adrenalina che non ti fa staccare dalla sessione fino a quando non sei riuscito a superare quell'infame, bastardo, punto.


E capirai, così, che Dark Souls è davvero un gioco fantastico: un gioco che, davvero, ha molto da insegnare.

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