martedì 29 ottobre 2013

Terapia e traverse con Luke James (Dei difetti di FIFA 14 e dei danni di Fabio Caressa)




«Buonasera. Mi chiamo.. Luke James»
«Buonasera Luke»
«Ciao..»
«Mi racconti il suo problema»
«Dottore, deve sapere che.. ho una crisi d’identità»
«Si spieghi meglio.»
«Non so più chi sono»
«Mi dia più spiegazioni»
«Dottore, deve sapere che io sono un calciatore. Un calciatore professionista, per la precisione. Giocavo nell’Heartpool United, una squadra della quarta serie inglese, ma di recente sono stato acquistato dal Babbalui Football Club per giocare nel torneo del FIFA Ultimate Team. Ok, non sono un campione, ma ho appena diciotto anni.»
«Prego, continui..»
«Io punto in alto, dottore. Vorrei tanto arrivare a giocare in Premier, lì, con i campioni. Ebbene, deve sapere che io sono un perfezionista, registro e rivedo le partite trasmesse in televisione dove gioco. Qui, dottore nascono i miei problemi..»
«La ascolto.»
«L’ascolto. Ecco. L’ascolto. Ascolto la telecronaca della partita e.. non capisco. Vado in confusione. Sa dottore, le telecronache le fa un tale Fabio Caressa. Sembra essere parecchio famoso, è un telecronista quotato in Italia. Tutti pensano che ne sappia di calcio. Insomma, lo pagano parecchio per quello che fa»
«Il suo problema è l’invidia verso il signor Caressa?»
«No dottore, no. Davvero. Ho diciotto anni, se mi dovessi immaginare sposato con Benedetta Parodi.. no davvero, non è l’invidia.»
«Perfetto. E allora il problema è..»
«Il mio nome»
«Come “il mio nome”?»
«Il mio nome. Ogni volta che tocco il pallone, il Caressa mi chiama Mattew James. Mattew. Perché? Perché? Non capisco.»
«Suvvia, sarà solo un lapsus»
«Non credo, dottore. E’ così. Lo fa sempre. Ogni santa partita. Tocco la palla e “Mattew James!”. Mattew. Non ho alcun parente con quel nome, poi. Lei non lo immagina dottore, non lo immagina. Lei non sa che inferno, già da piccolo, capire quale fosse il mio nome e quale il cognome. James era il nome? O il cognome? Non lo capivano le maestre all’elementari quando facevano l’appello, era normale che io facessi confusione. Mamma, mamma, perché ti arrabbi? Non l’ho scelto io il nome!.. Sigh»
«Si asciughi le lacrime, poi riprendiamo»
«No dottore. Ora, finalmente, mi sto sfogando. E voglio dirla tutta. Sono ormai settimane che non so più chi sono, non so più che faccio. Non sono nemmeno più conscio delle mie capacità. Sembra quasi che ci sia una forza superiore che decide tutto da sola. Capitano partite in cui ogni mio tocco è gol, altre in cui non faccio che prendere traverse, anche a porta vuota. Pensi, dottore, in una partita ho preso ben quattro pali. Quattro. Su cinque tiri. Nemmeno volendolo, ci potrei riuscire»
«Capitano giornate no, non sia troppo duro»
«No dottore. NO! Lei non è lì in campo. Lei non può capire. Sono momenti deprimenti, di vero sconforto. E lo vedo: succede anche ai miei compagni di squadra. Improvvisamente, perdono tutti i contrasti, i lanci lunghi sono tutti sbagliati: E poi, la cosa più fastidiosa di tutte: il tuo corpo improvvisamente sembra scollegato dal tuo cervello. Tu vuoi fermare la tua corsa, ma il tuo corpo.. no! Non risponde, fa tutto da solo, cammina ancora per un po’. E improvvisamente confondi la destra con la sinistra, resti fermo anche se la tua mente ti dice di saltare per prendere quel cross… E ripeto, non è solo la mia fantasia: lo vedo, succede anche ai miei compagni di squadra! E’.. è inquietante.»
«..»
«Ma la cosa davvero peggiore, che non mi fa dormire la notte, è il mio nome. Luke, Mattew, James. Davvero, non so che pensare. E se avesse ragione Caressa? E se il mio nome fosse davvero Mattew? Insomma, magari è la mia mente che è sbagliata, forse Luke non è mai esistito. Forse sono sempre stato Mattew, forse Luke è solo ciò che voglio essere. Insomma, dottore, un professionista mica può sbagliare sempre? In continuazione? Sto seriamente dubitando di chi sono, di ciò che so fare.. dottore, ho paura.»
«Tranquillo, non si preoccupi. Andrà tutto bene. Vedrà che con la terapia, tutto si risolverà e lei troverà di nuovo la propria identità.»
«Prego, posso entrare?»
«Si prego, entri. Signor James, questa è Giovanna, la mia segretaria.»
«Dottore, lì fuori c’è Robinho. In lacrime. Dice che non sa più se sia Robinho o Deco”
«Perfetto. Allora signor James, la seduta di oggi è finita. Vada a prendersi un tè caldo.»
«No dottore.. noooo!»






«Giovanna, chiami l’ambulanza! Il signor James ha avuto una crisi isterica ed è in preda alle convulsioni!»

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