mercoledì 6 novembre 2013

[Reviù] 99 Levels To Hell



Publisher: Zaxis Game; Sviluppatore: B-Evil; Piattaforma: PC


Ormai, in territorio indie, è piena roguelike mania: dopo successoni di critica e vendite quali Binding of Isaac e Spelunky, è sempre più frequente riscontrare tra i cataloghi dei giochi indipendenti titoli che propongono dungeon semicasuali da esplorare, mostri da sconfiggere e porte che conducono chissà dove. E proprio in questo filone si inserisce questo 99 Levels To Hell, praticamente uno Spelunky con una forte anima da shooter 2d. 

Ragioniere, prego..
Cominciamo con i numeri duri e crudi: 100 livelli generati casualmente, circa sessanta powerup divisi tra buff, armi e minion di supporto, tonnellate di calci nei denti e sbloccabili; questa la ricetta proposta dai signorotti di B-evil. E i punti di forza del gioco sono proprio nei numeri: è innegabile lo sforzo, riuscito, degli sviluppatori di dare in pasto agli indie-giocatori ancora affamati di roguelike un piatto bello ricco e abbondante, che renda ogni partita sempre diversa e con qualche scoperta nuova. Come dovrebbe fare un buon gioco del genere: tra negozi, portali warp, strambi ascensori e ancor più strambi personaggi sbloccabili, qualcosa di nuovo in 99 Levels To Hell lo si trova alla prima come alla ventesima partita. Il problema, però, è che all’aumentare delle ore, il divertimento scema.

99 Levels? 99 Problems (but the bitch ain’t one)
Il problema è tutto qua: la carne al fuoco c’è, ma è poco saporita. Il controlli sono problematici: poco intuitivi e precisi sul lato platform se si usa la combo mouse+tastiera; poco idonei sul lato shooter se si utilizza un gamepad. Deludente inoltre il level design: è vero, il rendere tutto semi-random rende il lavoro più difficile; eppure, è innegabile che il successo di Binding Of Isaac e Spelunky è dovuto proprio alla loro capacità di dare ai giocatori livelli sempre freschi ma sempre di ottima qualità. In 99 Levels to Hell tutto ciò manca: complice anche i problemi di controllo di cui sopra, sovente si hanno sezioni “piattaformiche” di dubbia qualità, nemici posizionati male e che finiscono per incastrarsi in anfratti generati casualmente, portali in posizioni da raggiungere con una precisione millimetrica che il sistema di controllo non consente. E anche il lato non casuale del gioco, i boss di fine livello, non convincono: appaiono banali tanto nella loro caratterizzazione quanto stereotipati nei loro pattern d’attacco. 



More is less
Il difetto di fondo di questo 99 Levels To Hell, in sostanza, è tutto qui: i B-evil, pur con apprezzabili intenti, hanno finito per dare alla luce un prodotto che punta tutto sulla quantità, sacrificando molto la qualità complessiva. Graficamente appaiono poco curate sia le ambientazioni che le animazioni, nei rari casi in cui sono presenti. Anche la tanto sbandierata presenza di musica metal alla fine risulta un mero specchietto per le allodole, dato che per buona metà dei livelli si assiste a una colonna sonora che tenta di essere fortemente d’atmosfera ma risulta anonima e quasi impercettibile. Insomma: 99 Levels To Hell è un prodotto che risulta divertente sul brevissimo periodo, ma che superate le prime ore mostra le sue grandi lacune di prodotto ambizioso sulla carta ma decisamente acerbo e poco rifinito nella sostanza. Al prezzo a cui è proposto, non è un cattivissimo affare. Certo, in giro c’è di ben peggio. Ma anche di molto meglio.

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